Tutti parlano di energia, ma da dove viene?
Ma ciò che chiamiamo “energia” — la forza per pensare, muoverci, guarire o creare — non viene dal cibo in sé.
Viene da ciò che i mitocondri riescono a fare di quel cibo.
Cibo ≠ Energia
Quando diciamo “mangio per avere energia”, in realtà stiamo dicendo:
“Mangio per fornire materia prima ai miei mitocondri.”
Il corpo non “brucia” il cibo come una fiamma in un fornello: lo ossida in modo controllato, liberando elettroni che viaggiano lungo la catena di trasporto degli elettroni (ETC) all’interno dei mitocondri.
È lì, in quella danza invisibile di elettroni e protoni, che nasce la vera energia biologica: l’ATP (adenosina trifosfato).
Come i mitocondri producono energia
il linguaggio universale della vita
Ogni volta che mangi, che respiri o che ti muovi, stai fornendo materia prima ai tuoi mitocondri.
Ma grassi, zuccheri e proteine non entrano tutti dalla stessa porta: ciascun macronutriente percorre una via metabolica diversa prima di arrivare al cuore del processo.
- I carboidrati vengono spezzati nel citoplasma tramite la glicolisi, che genera piccole quantità di energia e produce piruvato, trasformato poi in acetil-CoA.
- I grassi vengono scissi attraverso la β-ossidazione, un percorso che rimuove due atomi di carbonio alla volta dalle catene lipidiche, creando acetil-CoA, la stessa molecola chiave che deriva dal piruvato.
- Gli aminoacidi possono essere convertiti in diversi intermedi che confluiscono nello stesso circuito.
Tutte queste strade, diverse all’inizio, convergono in un punto comune: il ciclo di Krebs, o ciclo dell’acido citrico.
Il vero scopo: generare elettroni
Nel ciclo di Krebs, l’obiettivo non è tanto produrre energia diretta, ma estrarre elettroni dai nutrienti.
Questi elettroni vengono raccolti da molecole-navetta — NADH e FADH₂ — che li portano verso la catena di trasporto degli elettroni (ETC), situata sulla membrana interna del mitocondrio.
La catena di trasporto: il circuito elettrico della vita
Immagina la ETC come una serie di stazioni che si passano di mano in mano questi elettroni, un po’ come un cavo elettrico biologico.
Ogni volta che un elettrone passa da una stazione all’altra, libera una piccola quantità di energia.
Questa energia serve per pompare protoni di idrogeno (H⁺) dall’interno del mitocondrio verso lo spazio tra le due membrane (tra la membrana esterna e interna).
Così si crea una differenza di carica: protoni con carica positiva al di fuori della membrana interna, ed elettroni con carica negativa al suo interno. Una vera e propria batteria biologica.
Quando i protoni tornano indietro, passano attraverso un enzima chiamato ATP sintasi, attivandolo. Questo enzima trasferisce una molecola di fosforo su una molecola di ADP trasformandolo in ATP: la moneta energetica universale della cellula.
È lo stesso principio di una diga: l’acqua (protoni) sale accumulando energia potenziale e, quando scende, muove la turbina (ATP sintasi) che genera elettricità (ATP).
Il linguaggio universale dei nutrienti
Alla fine, che tu abbia mangiato grassi, carboidrati o proteine non cambia: tutte le strade portano agli elettroni, e gli elettroni portano all’ATP.
Un organismo sano con mitocondri efficienti non fa distinzione tra fonti energetiche: ciò che conta è la qualità del “motore”, non il tipo di carburante.
Se i tuoi mitocondri funzionano bene, possono trasformare qualsiasi nutriente, grasso, zucchero o aminoacido in energia pulita.
Se funzionano male, anche il cibo più perfetto diventa solo peso morto metabolico.
Una Ferrari con un motore perfettamente funzionante può correre anche se metti benzina diversa da quella ideale (almeno finché non si usi costantemente il carburante sbagliato), ma se il motore è sporco, danneggiato o ossidato, non importa quanto sia puro il carburante, non partirà comunque.
Allo stesso modo, un corpo con mitocondri sani può utilizzare sia grassi che zuccheri con la stessa efficienza, mentre un corpo metabolicamente compromesso spreca entrambi, accumulando scorie e fatica.
Non tutto ciò che mangiamo diventa ATP
Ed ecco il punto chiave: la resa energetica non è uguale per tutti i nutrienti, né per tutte le persone.
Ciò che conta non è solo quanto mangi, ma quanto bene i tuoi mitocondri riescono a trasformarlo in energia reale.
- Grassi: producono più ATP per molecola, ma richiedono più ossigeno e mitocondri pienamente efficienti. Quando la funzione mitocondriale è alta, l’ossidazione dei grassi è la via più pulita e stabile per generare energia.
- Zuccheri: forniscono energia rapida, utile in condizioni di sforzo o urgenza, ma meno sostenibile nel lungo termine. Se però i mitocondri non riescono a ossidarli completamente, il piruvato derivato dalla glicolisi viene deviato verso la produzione di lattato (una forma di energia “d’emergenza”). In caso di surplus energetico, una parte degli zuccheri può essere convertita in grasso (lipogenesi de novo), invece che utilizzato per generare ATP.
- Aminoacidi: contribuiscono solo in parte alla produzione di energia — il resto serve per la costruzione e riparazione dei tessuti, enzimi e ormoni.
Il cibo, quindi, fornisce energia potenziale, non energia reale.
La differenza la fa la tua efficienza mitocondriale.
Quando i mitocondri rallentano
Mitocondri disfunzionali = energia bassa, anche se mangi bene.
Succede quando:
- c’è stress ossidativo cronico (troppi radicali liberi non bilanciati da antiossidanti)
- manca ossigeno o movimento (meno flusso sanguigno, meno respirazione cellulare)
- c’è infiammazione sistemica (che danneggia le membrane mitocondriali)
- mancano micronutrienti chiave: magnesio, CoQ10, ferro, riboflavina, niacina
In queste condizioni, il corpo “vede” il cibo ma non riesce a usarlo.
È come un’auto con il serbatoio pieno ma con il motore guasto.
Come riattivare la bioenergia
I mitocondri non hanno bisogno di stimoli estremi: hanno bisogno di contrasto, movimento, luce, respiro.
Ecco alcune strategie semplici ma potenti:
- Luce solare mattutina: sincronizza il ritmo circadiano e migliora l’attività mitocondriale.
- Freddo controllato: stimola la biogenesi mitocondriale (creazione di nuovi mitocondri).
- Esercizio fisico regolare: induce mitofagia (rinnovo dei mitocondri vecchi e disfunzionali).
- Respirazione profonda e ossigenazione: ottimizza il gradiente protonico per la produzione di ATP.
- Dieta ricca di nutrienti veri: CoQ10, carnitina, acidi grassi a catena media e minerali essenziali sono cofattori diretti della catena respiratoria.
Tutto ciò che “fa bene” — dormire, muoversi, mangiare pulito, stare alla luce, respirare meglio — fa bene perché rigenera i mitocondri.
Esempio di nutrienti chiave per la funzione mitocondriale
Vitamine del gruppo B: i carburatori della bioenergia
Le vitamine B agiscono in ogni fase della produzione di energia:
- B1 (tiamina) – essenziale per l’ingresso del glucosio nei mitocondri (ciclo di Krebs).
- B2 (riboflavina) – precursore del FAD e del FMN, molecole che trasportano elettroni nella catena respiratoria.
- B3 (niacina) – da cui deriva il NAD⁺, il principale vettore di elettroni: senza NAD⁺, nessun ATP.
- B5 (acido pantotenico) – serve a formare il coenzima A, indispensabile per l’ossidazione di grassi e zuccheri.
- B6, B9, B12 – regolano il metabolismo dell’omocisteina e la sintesi di neurotrasmettitori, sostenendo cervello e sistema nervoso.
Un complesso B bilanciato aiuta a mantenere attivi tutti questi passaggi, sostenendo energia mentale e fisica in modo naturale.
Magnesio: la chiave che accende l’ATP
Ogni molecola di ATP, per essere “attiva”, deve legarsi a un atomo di magnesio. Senza magnesio, l’ATP resta chimicamente inerte.
Inoltre, il magnesio:
- stabilizza le membrane mitocondriali
- regola il flusso di calcio intracellulare
- riduce l’infiammazione e lo stress ossidativo
Carente in gran parte della popolazione moderna, è uno dei minerali più importanti per sostenere l’energia cellulare e il recupero nervoso.
Selenio: lo scudo antiossidante dei mitocondri
Il selenio è un oligoelemento essenziale coinvolto nella sintesi di selenoproteine — tra cui la glutatione perossidasi (GPx) e la tioredossina reduttasi.
Questi enzimi rappresentano la principale linea di difesa dei mitocondri contro i radicali liberi (ROS) prodotti durante la respirazione cellulare.
Quando il selenio è carente:
- i ROS si accumulano,
- le membrane mitocondriali vengono danneggiate,
- e cala l’efficienza della catena respiratoria.
Al contrario, un buon livello di selenio aiuta a preservare l’integrità mitocondriale, sostenendo longevità cellulare, fertilità e immunità.
Per questo il selenio non “dà energia” direttamente, ma protegge le centrali energetiche dal logorio ossidativo — un fattore chiave per mantenere vitali i mitocondri nel tempo.
In sintesi:
I mitocondri non si nutrono solo di grassi e zuccheri, ma di vitamine e minerali che li tengono vivi.
Un buon apporto di complesso B, magnesio e selenio non “dà energia” nel senso stimolante del termine: ne ripristina la capacità biologica, agendo là dove l’energia nasce, nei mitocondri.
Vuoi dei suggerimenti circa quali integratori scegliere?
Io uso questi:
CLICCA QUI!

Ottima descrizione